Spesso quando una azienda non va più bene, sta perdendo di credibilità a causa di uno scandalo o a causa di uno sbagliato investimento, si trova a dover cambiare il proprio nome per non cadere a picco. Questa azione prende il nome di rebranding.

Queste azioni hanno però spesso coinvolto principalmente il cambiamento del logo, esempi sono la Apple, che ha cambiato ripetutamente la sua mela o McDonald’s che ci ha proposto la sua M in tutte le salse. Questa volta però è il turno di Facebook, ora Meta. Mark Zuckerberg ha cambiato idea ed ha spodestato Facebook da brand padre mettendo al suo posto, come capo famiglia, Meta. Come succede molto spesso nelle situazioni di rebrandering, ciò che sembra solo cosmetico rivela una strategia ben differente.

Tra queste sicuramente troviamo la missione di provare a far riemergere Facebook dai giganteschi problemi rivoluzionari che sta affrontando. La nascita di Meta crea una distanza tra il brand Facebook ed i suoi fratelli (WhatsApp e Instagram), ed è questa probabilmente la strategia. Dati recenti mostrano che il tempo trascorso su Facebook è in calo del 16%, proprio per questo si pensò bene di acquistare Instagram e WhatsApp. Nella sua presentazione Zuckerberg ha più volte detto come il metaverso sarà il prossimo capitolo del grande libro di internet, tutto ciò che ha caratterizzato il XXI secolo verrà stravolto e se Facebook non si muove verrà coinvolto drammaticamente.

La storia del marketing distruption generate dalla tecnologia ci ha mostrano come molte delle più grandi aziende, tra cui Kodak, Ibm e Nokia sono esplose quando si è passati allo step successivo. In tutto ciò però l’unico a doversi assumere le proprie responsabilità è Zuck, è stato lui il principale problema di branding per Facebook per un decennio e per lo stesso sarà il più grande problema di branding per Meta a partire da oggi.

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